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2 dicembre 2020

La modernizzazione della supply-chain

David East

La pandemia di Covid-19 ha aumentato la tensione nelle già delicate catene di approvvigionamento del settore automobilistico: con produttori esposti a potenziali insolvenze lato fornitore e a una scarsa visione di quali fornitori siano in difficoltà, i reati finanziari e le frodi hanno trovato infatti terreno fertile.

“L’industria automobilistica ha una supply-chain davvero complessa con diverse interdipendenze e subfornitori – più di 3.000 fornitori per produttore – lungo diverse nazioni”, ha affermato Thomas Steinberger, Partner di PWC, Business Recovery Services & Automobile Industry, durante il nostro recente evento virtuale sul rischio di credito. “Con il modello Just in Time, non c’è spazio per errori o interruzioni in questo settore”.

Un report di Moody di settembre 2020 ha messo in luce come l’interruzione sia arrivata proprio mentre i produttori del settore automobilistico stavano sostenendo importanti investimenti per ristrutturazione e modernizzazione. È così aumentato il rischio per un settore con margini già ristretti. Le aziende sono inoltre impegnate in importanti investimenti in veicoli a basse emissioni ed elettrici, in partnership e fusioni per costituire strutture operative più efficienti, al momento ostacolate da ricavi inferiori alla media.

La ‘rust belt’ dell’industria automobilistica statunitense ha sotto osservazioni le possibili ripercussioni delle recenti elezioni presidenziali sul settore: il Presidente eletto Joe Biden ha affermato che avrebbe “rivalutato” i dazi sulle importazioni dei componenti realizzati in Cina, introdotti da Trump con lo scopo di creare posti di lavoro nel settore manifatturiero negli Stati Uniti. Durante la sua campagna elettorale, Biden si è concentrato nel sostenere la crescita dei veicoli elettrici come parte centrale delle politiche ambientali.

Mentre le case automobilistiche cercano di reinventare i loro modelli di business, la pandemia ha duramente mostrato quanto sia rischioso per la supply-chain fare affidamento solo su un solo Paese – la Cina – per i materiali di approvvigionamento.

I produttori del settore automobilistico possono beneficiare ora di una maggiore consapevolezza riguardo ai rischi della supply chain e hanno la possibilità di effettuare una valutazione completa di tali rischi così da poterli mitigare. Diversificare i propri approvvigionamenti significa aumentare i progetti regionali e il near-shoring, guardando alle possibilità offerte ad esempio da altri paesi come Cile o Messico.

La nuova equazione per la valutazione delle decisioni di collocamento sarà determinata dal trovare l’optimum sulle aree in cui investire, dalla spesa per nuovi impianti di produzione, dalle spese di avvio della produzione in questi mercati, dalla necessità di catene di approvvigionamento più resilienti (per evitare interruzioni della produzione o guerre commerciali collaterali), nonché dalla flessibilità e dalla velocità di commercio.

Per supportare questo modello di approvvigionamento più solido, le organizzazioni possono:

  • Distribuire la supply-chain tra diversi fornitori
  • Migliorare i sistemi di inventario per ridurre la discontinuità
  • Aumentare la visibilità e il monitoraggio dei fornitori di secondo e terzo livello
  • Utilizzare dashboard di monitoraggio dei fornitori ad aggiornamento in tempo reale

L’industria automobilistica negli Stati Uniti è volatile ormai da anni: dopo i fallimenti di GM e Chrysler nel 2009, il settore ha registrato vendite da record nel 2016 per subire poi un duro colpo a causa della pandemia. Ogni produttore è forte solo quanto l’anello più debole nella propria supply-chain, ma la resilienza e la capacità di adattarsi a scenari mutevoli sono il vero fiore all’occhiello dell’economia statunitense. L’implementazione di smart platforms, per garantire un monitoraggio dettagliato e stress-test della supply-chain, consentirà alle aziende di sopravvivere all’attuale incertezza e a prosperare nuovamente durante la ripresa.

David East

David East, Director of Product Strategy - FDI

David East, esperto di investimenti transnazionali, è attualmente Director of Product Strategy, Tax and Transfer Pricing, FDI and Economic Products di Bureau van Dijk.

David East, esperto di investimenti transnazionali, è attualmente Director of Product Strategy, Tax and Transfer Pricing, FDI and Economic Products di Bureau van Dijk.

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