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16 giugno 2020

Che cosa sta guidando la digitalizzazione in ambito onboarding, KYC e AML?

Content team

Whats driving digitization in onboarding KYC and AML

Il lavoro da remoto è diventato la norma da quando il Covid-19 ha travolto il mondo, costringendo le società a reinventare i processi quotidiani sfruttando sempre più la tecnologia.

Nel recente webinar “COVID-19 e Compliance: I sistemi digitali per KYC possono ridurre il rischio di errore tipico dei processi manuali?” abbiamo discusso di automazione dei processi e di quali settori possano trarne maggiori benefici.

L’esperto Holger Pauco-Dirscherl ha messo in luce i cambiamenti che la tecnologia sta portando nel settore bancario e finanziario, mentre il Senior Director Compliance Solutions di Bureau van Dijk, Bill Hauserman, ha delineato il ruolo cardine della tecnologia nel combattere le frodi.

Holder Pauco-Dirscherl

Holger Pauco-Dirscherl è partner del gruppo Transcendent e head of compliance and anti-financial crime. Ha risposto a varie domande sul tema dell’automazione per l’onboarding nelle istituzioni finanziarie:

Tecnologie come il riconoscimento facciale sono sostituti adeguati per attività tradizionalmente svolte di persona, come l’onboarding?

La pandemia ha infatti accelerato il passaggio a processi automatizzati per l’onboarding. Le istituzioni finanziarie stanno affrontando la chiusura di filiali a tempo indeterminato e la riduzione di budget e personale; al contempo i loro clienti più giovani, i “nativi digitali”, non vogliono che la configurazione del loro nuovo conto online sia interrotta dalla necessità di un’identificazione offline.

Naturalmente è nell’interesse delle banche evitare qualsiasi tipo di interruzione, poiché la maggior parte di queste nuove richieste non verrebbe mai completata. Altri tipi di aziende hanno compreso appieno questo punto e hanno già virato verso soluzioni intelligenti: attualmente i maggiori concorrenti degli istituti finanziari non sono altri istituti finanziari, ma un numero in rapida crescita di “fintech”. Per rimanere competitivi, gli istituti finanziari hanno bisogno di diventare essi stessi fintech, utilizzando soluzioni tecnologiche all’avanguardia.

Questo significa adottare un alto livello di digitalizzazione e automatizzazione dei processi di onboarding, tra i quali l’online identification e il riconoscimento facciale. Questo implica la necessità di adottare valutazioni del rischio d’identità utilizzando processi di verifica dell’identità di clienti o terze parti, processi dinamici e sistemi di KYC come l’automazione della raccolta dati e lo screening e l’aggiornamento costante dei dati sia in termini di esaustività che di qualità.

L’automazione di questi processi libera il personale da procedure manuali, consentendo di avere più tempo a disposizione per la gestione dei rischi relativi al cliente.

Questa trasformazione tecnologica include inoltre soluzioni che consentono di identificare reti di clienti e persone connesse, così come controparti esterne che non potrebbero essere identificate direttamente da un umano. Avremo sempre bisogno di uomini e della loro esperienza, intuizione e curiosità per gestire in modo efficace il rischio cliente ma abbiamo anche bisogno di soluzioni tecnologiche che aiutino a ottimizzare il tempo a disposizione, anziché sprecarlo in processi manuali ripetitivi.

Bill Hauserman

Bill Hauserman Senior director Compliance Solutions di Bureau van Dijk, risponde poi alle domande sulla lotta al supply chain risk durante la pandemia:

Dato l’attuale elevato rischio di cattivi attori sul mercato, o “profittatori della pandemia”, quali sono gli svantaggi nel fare affidamento sulla documentazione dei clienti per ciò che riguarda il rischio sulla supply-chain?

La pandemia di Covid-19, come tutte le crisi, ha portato anche un assalto da parte di sciacalli che provano ad approfittare della situazione: pertanto, che si tratti di un ospedale che necessita di acquistare mascherine o un produttore di mascherine che ha bisogno di acquistare gli elastici, svolgere un’efficace due diligence sui fornitori e sulle relazioni con le terze parti è di vitale importanza in questo periodo.

La documentazione raccolta sulle terze parti è cruciale ma irrilevante nella lotta contro questi crimini. Irrilevante perché i criminali non dicono la verità. Cruciale perché più informazioni si hanno a disposizione, che siano vere o false, migliore sarà la rilevazione del rischio. La trasparenza nella supply chain e in qualsiasi relazione con le terze parti si basa sulla mappatura delle eccezioni che consente di concentrare gli sforzi degli analisti nello scoprire la verità.

Spendere del tempo a rivedere falsi positivi obbliga gli analisti a sprecare del tempo con cattivi attori che non verranno comunque scoperti.

È necessario effettuare ulteriori controlli sulle informazioni a disposizione integrando i dati interni e quelli forniti da terze parti con dati verificati sulle società e sulle persone che le possiedono.

Al contempo è necessario selezionare le proprie terze parti e i rispettivi titolari, manager e direttori in base a sanzioni, esposizione politica e adverse media. Tipicamente, i programmi di due diligence fanno solo in minima parte questi screening, potenzialmente permettendo ai cattivi attori di sfuggire a causa dei falsi positivi. Ma il machine learning può invece tracciare e rivedere i falsi positivi.

Questo approccio permette uno screening più ampio con meno falsi positivi e una migliore trasparenza sui cattivi attori che cercano di entrare nelle tue relazioni con le terze parti.

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Content team, Bureau van Dijk

Avere delle certezze nel business è tanto importante quanto difficile. Il volume dei dati è in continuo aumento, ma è sempre più difficile estrarne valore.

Raccogliamo ed elaboriamo le informazioni societarie per ottimizzare i processi decisionali.

 

 

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