Il valore delle operazioni di Mergers and acquisitions (M&A) globali è aumentato nella prima metà del 2018, nonostante il declino in volume. In termini di valore, infatti, i deal annunciati ammontano a 2.995.293 milioni di USD (+21% rispetto alla seconda metà del 2017), a dispetto del calo in termini di volume (46.583 deal complessivi) pari al 9% nello stesso periodo.
Si rileva lo stesso trend rispetto al primo semestre del 2017, in cui erano stati annunciati 51.661 deal con un valore aggregato di 2.352.549 milioni di USD.
Il grande incremento di valore nella prima metà del 2018 è senz'altro dovuto a una manciata di mega-operazioni: ben 25 sforavano la soglia dei 10 miliardi di USD, mentre il deal più cospicuo superava addirittura gli 85 miliardi.
Tutt'altro il panorama in Italia, dove l'attività di M&A è ai minimi degli ultimi 15 anni, con lo shopping straniero ridotto a poco più di 10 miliardi complessivi.
Come riportato sull'articolo de IlSole24Ore del 21 agosto: "Lo certificano gli esperti della banca dati Bureau van Dijk: tra gennaio e giugno di quest’anno le imprese italiane rilevate in tutto o in parte da investitori esteri sono state solo 281, per un totale di 10,69 miliardi di euro investiti. Soltanto nel 2003 l’Italia fece peggio, con 7,5 miliardi di euro attratti in sei mesi.
L’appeal dell’Italia è dunque in costante calo. Già nel secondo semestre del 2017 i capitali esteri attirati dalle imprese del nostro Paese ammontavano a poco più di 18 miliardi: meno della metà dei 48 miliardi investiti nello steso periodo del 2016. In totale, nel 2016 lo shopping degli investitori stranieri in Italia ammontò a circa 67 miliardi, mentre l’anno scorso si è limitato a un totale di 47 miliardi.
Secondo gli esperti di Bureau van Dijk, il settore che ha attirato più capitali è stato quello bancario: l’aumento di capitale nel Credito Valtellinese per mano del fondo statunitense Cerberus Capital Management è stata la seconda più grossa operazione di M&A condotta in Italia nei primi sei mesi di quest’anno, dopo l’acquisizione del 5% di Atlantia da parte del Children’s Investment Fund Management inglese.
Al terzo posto, nella classifica delle operazioni più consistenti, c’è l’ingresso del fondo di private equity Bain Capital come azionista di maggioranza delle cartiere Fedrigoni.
Per valore degli investimenti, i più interessati all’Italia sono stati gli Usa, che nei primi sei mesi del 2018 hanno fatto shopping nel nostro Paese per oltre 3,7 miliardi di euro. Al secondo posto ci sono gli investitori inglesi, che hanno speso oltre 2 miliardi, mentre lo shopping cinese si è ridotto notevolmente, passando dagli oltre 3 miliardi del secondo semestre del 2017 a soli 416 milioni: quasi tutti, sono andati per l’acquisizione di Esaote da parte del fondo Shanghai Tianyi Investment.
Tra le principali realtà imprenditoriali passate di mano in questi primi mesi del 2018 ci sono La Piadineria, da aprile di proprietà del fondo inglese Permira; Forno d’Asolo, ceduto da 21 Investimenti (gruppo Benetton) al fondo Bc Partners; e i motori elettrici Lafert, rilevati dalla giapponese Sumitomo Heavy Industries.
Sempre nei primi sei mesi di quest’anno, lo shopping delle imprese italiane all’estero ha sfiorato gli 8 miliardi di euro, questo sì in deciso aumento rispetto al 2017. Merito soprattutto dell’acquisizione di General Cable da parte di Prysmian e della Ferrero, che ha comprato il business statunitense di Nestlé." Articolo curato da Micaela Cappellini.
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