In Italia più di 1 manager su 2 dice “Si” all’uso dei dati, ma pochi li sanno gestire davvero. Leggi l'intervento completo di Luisa Quarta pubblicato da Business International.
I dati, oggi, sono considerati la miniera d’oro delle aziende. Ogni tipologia di business, infatti, ha le sue caratteristiche e anche i suoi modelli, ma tutti trattano dati, in fondo. A tal punto che, secondo gli esperti del settore, a livello globale, il volume di dati gestiti dalle imprese ha riscontrato un aumento generale del 622%. Un valore notevole che definisce, in maniera abbastanza netta, la crescente importanza che l’organizzazione consapevole di queste informazioni può comportare per una società, indipendentemente dal settore in cui opera.
Se da un lato, però, questi elementi sono sempre più essenziali, dall’altro si nota anche come la loro dispersione nell’universo digitale delle enterprise, così come delle PMI, risulti un vero e proprio problema anche in termini economici, sia sotto il profilo della security, sia sotto quello del data management e del reperimento delle giuste informazioni che possono fare la differenza nel raggiungimento dei risultati.
L’ANALISI DEI DATI AIUTA L’INTERNAZIONALIZZAZIONE DEL BUSINESS
Sotto quest’ultimo profilo, in modo particolare, stando ai dati di un instant survey realizzata da Bureau van Dijk Italia nel corso di Head of Sales, l’evento organizzato oggi a Milano da Business International (divisione di Fiera Milano Media – Gruppo Fiera Milano) in collaborazione anche con Edenred Italia, nel nostro Paese il reperimento di informazioni coerenti e puntuali nel mondo del business per chi opera nel comparto commerciale sembra essere ancora un’operazione estremamente complessa.
Il 55% dei partecipanti all’iniziativa dedicata ad analizzare le più moderne strategie in ambito sales, infatti, ha ammesso di perdere ancora moltissimo tempo nel ricercare informazioni utili all’individuazione di un target che possa essere idoneo alla propria attività.
«L’identificazione del target attraverso l’analisi dei dati, invece – ha commentato Luisa Quarta, Marketing Director di Bureau van Dijk Italia – è sempre più importante, sia internamente, sia esternamente a una società, e diventa fondamentale nel momento in cui i confini del business valicano quelli nazionali e si espandono a livello internazionale». Una tendenza, quest’ultima, che vede coinvolte sempre più realtà anche sul nostro territorio, grazie all’avvento di sistemi innovativi per la vendita online.
PRIMA DI ANALIZZARE GLI ALTRI, STUDIAMO I NOSTRI DATI
Il 57% degli intervistati ha difficoltà nel reperire informazioni dai dati online.
«Secondo i dati in nostro possesso – continua Quarta, che ha coordinato l’attività di studio – le aziende che hanno deciso di intraprendere un percorso di internazionalizzazione, solitamente, crescono tre volte più delle altre. È evidente, quindi, che questo processo sia un trend da seguire, ma al contempo imponga anche uno sforzo e una sfida in più che deve considerare anche un’analisi puntuale dell’andamento del Paese al quale si vuole accedere e all’economia dei suoi cittadini e delle sue imprese che ne definiscono quindi lo stato dell’arte del mercato interno e dei relativi settori».
Tutti fattori che richiedono inevitabilmente la disponibilità di molteplici fonti di dati che devono essere costantemente aggiornati. Se da un lato, però, più di un intervistato su due (57%) conferma di fare uso di database professionali per migliorare le performance del proprio lavoro, la stessa percentuale di rispondenti (57%) sostiene anche di continuare a trovare numerose difficoltà nell’individuazione di un target adeguato alle proprie esigenze. «Queste evidenze – suggerisce la manager italiana – sottolineano quanto un ingente flusso di analytics sia essenziale per poter stabilire con precisione il proprio pubblico di riferimento, soprattutto quando magari si sta cercando di sviluppare una campagna di marketing.
Non bisogna, però, dimenticarsi quanto i dati necessitino anche di una interpretazione consapevole che spesso può derivare anche da una primaria e profonda conoscenza e capacità di analisi del proprio portfolio clienti in essere, da cui è necessario partire per provare a replicare caratteristiche simili nella creazione di un nuovo bacino di potenziali prospect che dia seguito a vendite di successo».
LA SFIDA: AGGIORNARE COSTANTEMENTE IL PROPRIO DATABASE
Solo 6 manager su 10 aggiornano regolarmente il proprio database
Un’operazione estremamente complessa, questa, che molto spesso, purtroppo, non tiene considerazione di un altro importante aspetto statistico da non sottovalutare: la solidità finanziaria. Oggi, infatti, solo il 48% dei sales manager italiani intervistati durante la manifestazione ha dichiarato di basare l’individuazione del proprio target anche sulle analisi degli score delle realtà presenti sul mercato.
«Questa è una lacuna da superare – ha indicato la marketer di Bureau van Dijk Italia – a cui va aggiunto un altro punto importante su cui porre l’attenzione, ovvero il monitoraggio costante del rischio reputazionale che, con l’avvento dei social network, in modo particolare, sta assumendo sempre più rilevanza, impattando ormai in maniera consistente il business dell’impresa». Diventa, così, fondamentale crearsi un proprio database da tenere costantemente aggiornato.
«Un aspetto – ha concluso Quarta – che potrebbe rappresentare il trend da seguire nei prossimi mesi per molte società». Secondo i risultati emersi dal sondaggio, infatti, poco più di 6 manager su 10 (65%) aggiornano in maniera costante il proprio registro di dati. «Un’attività essenziale, invece questa – ha sintetizzato in fine la manager – per il successo di un business in continua trasformazione come quello delle vendite, che ormai cambia le proprie caratteristiche in ogni momento, risultando pertanto estremamente difficile da prevedere».